Etichetta energetica

Etichetta furbetta: un prodotto su due mente

Legambiente e il Movimento Difesa del Cittadino dichiarano che l’etichetta energetica di un prodotto su due mente

Legambiente in collaborazione con il Movimento Difesa del Cittadino ha effettuato una serie di controlli su prodotti elettronici venduti sia in negozi fisici che in negozi online, questa operazione è stata chiamata “Etichetta Furbetta” e ha fatto emergere un dato molto negativo.

Sembrerebbe, infatti, che su 4.637 prodotti controllati venduti in ben 2.704 negozi fisici, tra cui anche alcuni store e grandi supermercati molto frequentati, e 1.933 e-shop, solo il 57% sia risultato etichettato correttamente, una media di un prodotto su due. Di conseguenza il 43% dei prodotti risulta venduto con un etichetta scorretta o addirittura senza etichettatura.

Il controllo ha riguardato Tv, frigoriferi, condizionatori, forni elettrici e a gas, cantinette per vino, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, lampadine, aspirapolveri e cappe aspiranti, quindi, gli elettrodomestici più acquistati. L’indagine ha riferito, inoltre, che la situazione è peggiorata rispetto al 2014, anno in cui si è registrata una media di errore di uno su tre elettrodomestici controllati.

La ricerca fa parte del progetto pilota Marketwatch, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Intelligent Energy for Europe, e che unisce sedici realtà della società civile che vanno ad affiancare le istituzioni nel settore del controllo di mercato a livello europeo nel campo delle etichette energetiche. Legambiente e MdC hanno realizzato 12 visite a punti vendita tradizionali e 12 verifiche a punti vendita online, concentrando la propria attenzione sulle tipologie di punti vendita più critici, quali supermercati e negozi di mobili e complementi di arredamento, con il più alto grado di non conformità per i negozi fisici, dove, il 53% delle etichette risulta scorretta.

Dai dati emerge che sono proprio le etichette dei negozi online a mentire maggiormente, registrando una non conformità del 77%. Quali le categorie di prodotto meno virtuose in vendita online? Cappe aspiranti (89% non conformi), televisori (75%) e forni (64%). Valore molto negativo dato che il 1 gennaio 2015 è entrata in vigore una normativa che impone la presenza dell’etichetta energetica in evidenza accanto alla foto del prodotto. Solo il 23% dei prodotti venduti dai negozi online controllati è correttamente etichettato. Tra le categorie di prodotto meno virtuose vendute online ritroviamo le cappe aspiranti (89% non conformi), i televisori (75%) e i forni (64%). I risultati migliori sono stati registrati invece per le lavastoviglie, di cui solo il 2% era senza etichetta.

Per i negozi fisici va, inoltre, specificato che solo un negozio su quattro ha dato la possibilità di accedere all’informativa tecnica per i consumatori imposta dalla normativa per accedere a informazioni aggiuntive rispetto a quelle segnalate sull’etichetta energetica apposta direttamente sull’elettrodomestico.

Altra nota importante riguarda i prodotti energivori, in quanto la maggior parte degli elettrodomestici sul mercato risulta troppo energivora ed è quindi stata messa al bando dalla direttiva Ecodesign. Risultati migliori rispetto allo scorso anno, ma ancora diversi frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie sono al di sotto della classe A+ e alcuni modelli di aspirapolvere presentano una potenza superiore ai 1800W. Anche questi prodotti energivori vengono venduti soprattutto online, segno di un settore che necessita di controlli più stringenti.  Il sito www.market-watch.it renderà pubblici i risultati di ogni punto vendita e i test sui vari prodotti controllati.

Le direttive Ecodesign ed Etichetta Energetica – dichiara Davide Sabbadin, Responsabile Efficienza Energetica di Legambiente sono di notevole importanza per il clima e particolarmente simboliche alla vigilia della Conferenza sul clima (che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre, ndr). Se venissero correttamente applicate, il taglio annuale alle emissioni di CO2 sarebbe di circa 500 milioni di tonnellate, cioè l’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Inoltre, la loro applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia. Purtroppo però – prosegue Sabbadin – queste direttive non sempre vengono applicate e i consumatori spesso non sono in condizione di scegliere correttamente i prodotti in vendita. Alcuni prodotti sono meno efficienti di quanto dichiarato sull’etichetta, altri sono privi delle indicazioni energetiche che dovrebbero essere fornite al consumatore. I mancati risparmi derivanti da queste infrazioni aumentano inevitabilmente i costi familiari, mettono sotto stress le reti elettriche dei paesi membri e contribuiscono negativamente al cambiamento climatico”.

Emerge un grave problema – aggiunge Francesco Luongo, Vicepresidente del Movimento Difesa del Cittadino riguardante le vendite on line che sono destinate ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni. Gli organi di vigilanza, primi fra tutti il MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, l’Autorità Antitrust e la polizia postale devono vigilare e intervenire tempestivamente. Da parte nostra continueremo a monitorare anche attraverso questo progetto le proposte di commercio elettronico”.

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